Lo stress da “devo riuscire a fare tutto”
By: dr.ssa Selena Tomei
Lo stress da “devo riuscire a fare tutto”
E anche oggi riuscirò a fare tutto domani: quando il possibile non basta!
Chi non ha mai pensato almeno una volta nella vita “perché le mie giornate contano SOLO 24 ore?” o ancora “come riuscirò a fare tutto oggi avendo solo 24 ore (nella migliore delle ipotesi, rinunciando al sonno)?”
La questione della produttività, il dover riuscire a fare tutto ogni giorno, è una questione che attanaglia sempre più le nostre vite indaffarate, caotiche, dove certi periodi somigliano più a un “gioco di sopravvivenza”.
Il tempo è un bene prezioso, lo ricorda Seneca nelle sue Lettere a Lucilio!
Questo problema del dover riuscire a fare tutto nel tempo che si ha a disposizione, ha prodotto negli anni il proliferare di contributi di vario genere, per supportare le persone a livello organizzativo, di management, nella gestione efficace dei propri impegni: liste, app, fini strategie di programmazione efficace.
Eppure, nonostante tutti gli sforzi, tutte le strategie, tutto l’impegno, la coperta è sempre troppo corta!
Arriviamo a fine serata e c’è ancora la spesa da fare, le mail a cui dover rispondere, i figli da andare a prendere, la lavastoviglie ancora da svuotare…
Che significa questo? Che non siamo stati abbastanza bravi, che non siamo stati abbastanza efficienti e che, molto probabilmente dovremmo impegnarci di più, perché, se neanche oggi siamo riusciti a fare tutto quello che era in programma, vuol dire che non ci siamo impegnati abbastanza, che non stiamo utilizzando bene il nostro tempo.
“Essere indaffarati” è una condizione tipica del tempo che viviamo; al contrario, “essere sopraffatti” definisce una condizione ben più perniciosa, in cui si vive con costante ansia e con costante preoccupazione “la certezza” di non riuscire a fare tutto quello che abbiamo programmato, perché tanto ne usciremo sconfitti.
Il “dover riuscire a fare più del possibile” è una condizione davvero stressante che accomuna il vivere il nostro tempo: un tempo che viviamo cercando di controllare quanto più possibile, definendo ogni secondo, ogni minuto e che, allo stesso tempo, ci sfugge continuamente….semplicemente perché, ogni giorno, l’input di cose da fare è potenzialmente infinito (il numero di mail, telefonate, messaggi, richieste, che ogni giorno potresti ricevere, è potenzialmente infinito; la cosa finita è rappresentata dalle cose a cui scegli di rispondere).
C’è sempre e ci sarà sempre, ogni giorno, una cosa che avresti potuto fare e che non hai fatto: e allora, significa che ti devi impegnare di più, che non hai fatto abbastanza, che probabilmente non hai ancora trovato la strategia giusta.
Quindi, provi ad impegnarti di più, insisti di più, ma quella cosa che non hai fatto continua ad esserci ogni giorno.
Come uscire da questo gioco al massacro? Più insisti, più controlli, più perdi il controllo del tuo tempo.
Potresti provare ad insistere ancora di più: ti sei mai trovato davanti ad una porta chiusa e di non riuscire ad aprirla a causa della chiave sbagliata? Insistere potrebbe essere utile? O potrebbe portarti a rompere la chiave nella serrata e creare, quindi, un problema potenzialmente più grande.
La chiave giusta, probabilmente, non è quella dell’impegno o della strategia ottimale non ancora trovata: la chiave giusta è che “insistere” non moltiplicherà il tuo tempo, semmai la tua stanchezza e il tuo stress.
Cosa sopravvivere allora, alla sensazione schiacciante di avere tante cose da fare e non riuscire a farle tutte?
Prendendo in prestito uno dei principi fondamentali sviluppati da Steve de Shazer e pilastro della Terapia Breve Centrata Sulla Soluzione (approccio che utilizzo con grande successo nell’affrontare lo stress in tutte le sue sfaccettature) se insistere non funziona (perché tanto ci sarà sempre un’altra mail cui rispondere, un’altra commissione da sbrigare), prova a fare qualcosa di diverso, come ad esempio, iniziare a concentrarti sulle cose importanti di ogni giornata, quelle piccole cose che renderebbero “quella” tua giornata soddisfacente.
Non abbiamo un tempo da gestire, siamo il tempo che scegliamo di vivere (il riferimento all’amato Martin Heidegger è d’obbligo).