L’albero dei problemi
By: dr.ssa Selena Tomei
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L’albero dei problemi
Succede spesso, molto più spesso di quanto possiamo rendercene conto, di saltare alle conclusioni: fa parte del nostro modo di ragione, quello di voler arrivare subito ad una conclusione sulla base delle poche evidenze che abbiamo e con le quali pensiamo di avere una visione chiara del problema.
Questo atteggiamento, come già discusso nel precedente articolo, è estremamente controproducente, ed invece di risparmia energia mentale ce ne fa disperdere un sacco dietro ad un problema mal definito o peggio ancora dietro alla ricerca di una soluzione che non sarà efficace.
Un’altra cosa che facciamo altrettanto spesso e che fa parte dei nostri processi mentali più radicati, è andare a ricercare le prove che confermino quelle che riteniamo essere le nostre evidenze, piuttosto che andare a ricercare prove in grado di falsificarle al fine di verificare se le nostre evidenze resistono o meno (presupposto sul quale si basa, tra l’altro, qualsiasi metodo che abbia rigore scientifico).
Quando ci troviamo di fronte ad un problema, molto raramente è solo quello che dobbiamo risolvere: la situazione, infatti, è ben più complessa se consideriamo le cause, i possibili effetti, i problemi concatenati al problema principale e cosi via.
Ad esempio, il problema che vogliamo descrivere riguarda il fatto che spesso la mia macchina rimane senza benzina. Questa situazione problematica è correlata a tutta una serie di fatti ed evidenze che la rendono ben più complessa del singolo problema che potrebbe rappresentare. Probabilmente mi dimentico di fare rifornimento e non controllo troppo spesso il livello di benzina e mi riduco sempre all’ultimo sperando di farcela; questa situazione mi provoca dei ritardi sul lavoro che andranno giustificati in qualche modo; dovrò improvvisare una soluzione per andare comunque a lavoro; questa situazione mi genererà stress e frustrazione; sarò probabilmente poco o per nulla puntuale.
Questo senza dubbio costituisce un problema da risolvere!
Tantissimi, se non tutti, i metodi di problem solving esistenti, propongono di “suddividere” (direi anche “spacchettare”) il problema in problemi più piccoli e soprattutto circoscritti.
L’idea di base non è che un problema grande sia più difficile da risolvere mentre problemi piccoli siano più facili: scomporre, suddividere il problema serve per descrivere il problema in tutte le sue fasi, evidenze, cause e concause. Per raccontarlo e raccontarcelo, in altre parole.
In questo modo, si potrà dare un ordine temporale al problema, individuare le evidenze, i rapporti di causa-effetto e ci consentirà di avere una visione più chiara ed oggettiva della situazione. Come detto all’inizio, infatti, noi esseri umani siamo inclini a saltare subito alle conclusioni e a ricercare conferme di quelle che pensiamo siano le nostre evidenze e convinzioni piuttosto che ricercare prove contrarie che possano dimostrare la loro forza e la loro solidità. Questo può portarci fuori strada e a perdere il giusto punto di vista della situazione.
Uno strumento molto utile a questa attività di descrizione/visualizzazione, è rappresentato dal cosiddetto “Albero dei Problemi”, una rappresentazione grafica, temporalmente orientata (in senso verticale dal basso verso l’alto) che ci consente di sistematizzare e visualizzare la nostra situazione problematica in maniera logica e secondo rapporti di causa-effetto. Possiamo utilizzare anche semplicemente dei post-it dove annotare tutti i fatti e le evidenze che descrivono la situazione problematica. Il tronco dell’albero costituirà, pertanto, il problema principale che dobbiamo risolvere (la macchina senza benzina) e nella chioma e nelle radici andranno inserite tutte le evidenze e i fatti secondo un rapporto di causa-effetto.
Questo modello, come anticipato è presente e comune a tantissime tecniche di problem solving, ed è davver0 utile perché consente di visualizzare tutte le fasi del problema e costituisce, inoltre, un ottimo modo per semplificare l’approccio metodologico, qualsiasi strategia di problem solving si scelga.
Bisogna disegnare sempre l’albero? Ovviamente dipende dalla situazione e dal tipo di problematica che stiamo affrontando. Senza dubbio, avere una traccia scritta è molto utile soprattutto se dobbiamo condividere la situazione problematica con altre persone (pensiamo al contesto lavorativo e a problemi di natura organizzativa, o ad una riunione con il team di lavoro). L’albero dei problemi ci consentirà di condividere la vision anche con gli altri colleghi prima di passare alla fase successiva.