Perché il cambiamento ci fa paura?
Perché il cambiamento ci fa paura?
Ti racconto una storia
Una delle poche certezze della vita è il cambiamento ed è proprio quest’ultimo, molto spesso, l’oggetto delle nostre più profonde paure.
Paura di peggiorare la propria condizione (ti dice qualcosa “mai lasciare la strada vecchia per quella nuova, sai quello che perdi ma non sai quello che trovi”)…
Paura di non essere all’altezza, di non avere le capacità per affrontare il cambiamento…
Paura di non poter più tornare indietro e dell’irreversibilità della scelta…
Tutte queste paure nella maggior parte dei casi si traducono in una estenuante resistenza al cambiamento, con il risultato di rendere ancora più difficoltoso il processo di adattamento.
Voglio però raccontarti una storia, una piacevole parabola che racconta una profonda verità sui cambiamenti e sulla nostra capacità di adattarci ad essi.
Si tratta di “Chi ha spostato il mio formaggio?”, un piccolo libricino scritto da Spencer Johnson, conosciuto in tutto il mondo e tradotto in ben quarantaquattro lingue, che può essere letto in meno di un’ora ma che, come rivela l’autore stesso, <lascia un messaggio che dura tutta la vita> (Spencer, 1999).
Per chi volesse approfondire tutta la storia, Johnson S. (1999), Chi ha spostato il mio formaggio? Mondadori Libri S.p.a, Milano per Sperling & Kupfer
Questa singolare storia, ci insegna che il primo e significativo passo per affrontare ogni cambiamento è cambiare il nostro personale atteggiamento.
I protagonisti sono quattro insolite creature. Due topolini, Nasofino e Trottolino e due gnomi, Tentenna e Ridolino, piccoli come topi ma simili per modo di agire, agli uomini di oggi. I quattro vivono in un Labirinto alla costante ricerca del proprio tipo “Formaggio” che li nutra e li renda felici.
Ma cosa succede quando quella che pensano essere la loro personale risorsa infinita di Formaggio si esaurisce?
I due topolini, che nella storia agiscono in modo semplice e istintivo, non rimangono sorpresi dal cambiamento, anzi, si erano già accorti che il formaggio stava finendo ed erano preparati ad affrontare l’evento: grazie al loro istinto, sapevano già cosa fare, partendo subito alla ricerca del “Nuovo Formaggio”.
I due gnomi, al contrario, con i loro complessi meccanismi di analisi e ragionamento, restano completamente sorpresi dal cambiamento, rimanendo in uno stato di paralisi ed incredulità. Per i due gnomi il formaggio non rappresentava solo la soddisfazione del bisogno quotidiano di cibo, ma molto di più. Significava sentirsi al sicuro ed avere successo, pertanto non riuscivano a credere ai loro occhi e non si spiegavano come potesse essere successo e perché gli fosse stato fatto quel torto. Gli gnomi, giorno dopo giorno continuarono a tornare la dove il formaggio era finito e il loro animo si riempiva sempre più di preoccupazioni e frustrazione.
Alla fine, anche i due gnomi affronteranno il cambiamento, muovendosi a piccoli passi e lasciando scritto sui muri del Labirinto le lezioni imparate durante il cammino, che possono essere considerate un vero e proprio prontuario per gestire efficacemente i cambiamenti:
1. Il cambiamento è inevitabile, qualsiasi cosa tu faccia;
2. Prevedi il cambiamento, in modo tale da non esserne colto di sorpresa, stai attento ai piccoli segnali che ti vengono offerti per provare a prevederlo (questo favorirà tutto il processo di adattamento);
3. Controlla il cambiamento, perché forse la situazione nella quale ti trovi non è più cosi piacevole come pensavi;
4. Adattati rapidamente al cambiamento: prima abbandonerai vecchi schemi e pregiudizi, prima riuscirai ad apprezzare le nuove opportunità offerte dal cambiamento;
5. Cambia i tuoi schemi e i tuoi atteggiamenti e concediti l’opportunità di una crescita personale;
6. Apprezza il cambiamento, goditi e sii grato delle opportunità presentate;
7. Sii pronto a cambiare rapidamente e a farlo con gioia sempre maggiore.
I quattro personaggi simboleggiano le nostre due anime: i due topolini con i loro comportamenti semplici ed immediati simboleggiano la parte istintiva di ognuno di noi. I due gnomi, riflessivi e fin troppo ragionevoli, simboleggiano invece la nostra parte logico-razionale.
Spencer (1999), attraverso i quattro personaggi, ci ricorda che in ognuno di noi convivono due aspetti ovvero l’immediatezza dell’istinto e la complessità della logica.
Il Formaggio, invece, rappresenta la metafora di quello che vorremmo avere dalla vita e che ci rendere felici: un buon lavoro, una bella famiglia, una bella carriera, un’agiatezza economica, salute, etc…
Ognuno di noi ha il proprio personale Formaggio, a seconda di quelli che sono i nostri valori e i nostri obiettivi: ciò che ci accomuna è che tutti aspiriamo ad averlo e soprattutto quando riusciamo ad “assaggiarlo”, spesso ne diventiamo dipendenti e quando lo perdiamo o ci viene sottratto rimaniamo profondamente turbati come se ci fosse stato fatto un terribile torto.
Il Labirinto, al contrario, rappresenta la metafora del luogo in cui cerchiamo ciò che desideriamo: può essere la nostra azienda, la nostra famiglia, il mondo del lavoro, la comunità nella quale viviamo: l’’importanza di trovare la propria via nel labirinto per affrontare con successo il cambiamento rappresenta il motore che ci spinge a scegliere quale comportamento adottare di volta in volta per trovare il nostro personale ‘”Formaggio”.
Questa storia insegna che il cambiamento è inevitabile: rimanere fermi, o peggio ancora ignorare quello che succede e i segnali che ci vengono forniti, può essere molto pericoloso e può portarci a non ritrovare più un nuovo formaggio.
I cambiamenti possono rappresentare per noi delle splendide opportunità per raggiungere realtà nuove e migliori, che non avremmo mai immaginato, anche se sul momento possiamo temere il contrario ed essere spaventati.
L’adattabilità, quindi, intesa come flessibilità nell’affrontare i cambiamenti, sotto questa nuova prospettiva può essere definita come la capacità di adattare liberamente i propri pensieri, atteggiamenti e comportamenti ai cambiamenti che sopraggiungono nella nostra vita privata o lavorativa.
Delle opportunità, quindi, di creare qualcosa di nuovo e migliorare anziché opporre resistenza e cercare di rimanere ancorati ai vecchi schemi e alle vecchie situazioni che ci vogliono intrappolati in una situazione che non è più adatta a noi.
Questa storia è davvero efficace perché nella sua semplicità riesce a spiegare dei concetti davvero complessi e ci lascia un grande insegnamento, ovvero, che ogni cambiamento parte prima di tutto da noi.