5 buoni motivi per iniziare una terapia
By: dr.ssa Selena Tomei
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5 buoni motivi per iniziare una terapia
Molto spesso si tende ad associare il ricorso ad una terapia, ad un supporto psicologico, alla presenza di sintomi e difficoltà importanti se non anche invalidanti, al fine di ripristinare una condizione di benessere psicologico pesantemente inficiato dalla psicopatologia. Se la presenza di un disturbo importante è un motivo imprescindibile per richiedere il supporto e l’intervento di un professionista, sono sempre di più le situazioni in cui l’intervento psicologico si inserisce all’interno di una situazione di empowerment e di promozione alla salute, attraverso la quale si accompagna la persona in un percorso di potenziamento delle proprie risorse, aumentando l’autoconsapevolezza rispetto alle proprie modalità di azione e reazione, alle proprie capacità e punti di forza ma anche alle proprie vulnerabilità, al fine di potenziare una condizione di benessere già presente.
Spesso le persone arrivano a richiedere una terapia, un supporto psicologico, solo quando il loro modo di vedere e interpretare il mondo intorno a loro, non le porta più sulla strada giusta in direzione di ciò che vogliono, di ciò che desiderano ottenere, ma al contrario genera sofferenza e frustrazione a cui la persona spesso reagisce mettendo in atto delle soluzioni che invece di risolvere il problema, contribuiscono a mantenerlo in piedi: la terapia psicologica, in tale prospettiva, può rappresentare il contesto migliore per risignificare la propria storia, le proprie percezioni, i propri modi di comprendere e attribuire un significato agli eventi e ripristinare una condizione di benessere.
Allora cosa spinge le persone a richiedere un supporto psicologico?
Entrando nello specifico del perché le persone decidono di iniziare un percorso di terapia, molto interessante ed inclusiva, anche se relativamente datata, è la “classificazione” proposta da Budman e Gurman (1988), due esperti di terapie brevi, nella quale gli autori individuano 5 categorie principali che racchiuderebbero i principali motivi per cui le persone decidono di iniziare una terapia in un preciso momento della vita, cinque ambiti che sono nella realtà molto spesso correlati tra loro:
- Situazioni di perdita: fanno parte di questa categoria eventi come il lutto, separazioni o divorzio, ma anche altri tipi di perdite, come ad esempio, la perdita del proprio status sociale, socio-economico, del lavoro, problematiche legate alla salute e a tradimenti riguardanti la fiducia;
- Asincronie dello sviluppo: fanno parte di questa categorie tutte le difficoltà che la persona può incontrare in determinate fase del ciclo vitale o nel passaggio da una fase all’altra e che potrebbero, quindi, portare a sentimenti di inadeguatezza, incapacità, scarsa fiducia di potercela fare (ad esempio, passaggio dall’adolescenza alla fase di giovane adulto, transizione alla genitorialità, matrimonio, sindrome del nido vuoto, pensionamento…);
- Conflitti interpersonali: fanno parte di questa categoria difficoltà relazionali con persone importanti e significative della propria vita, tra cui difficoltà con il partner, figli, figure autorevoli, colleghi di lavori, amici….;
- Sintomi specifici: problematiche legate alla sfera ansiosa, depressiva, fobie, stress ed altri sintomi specifici…..
- Questioni di carattere personale: difficoltà personali che la persona vive come problematiche rilevanti e che possono assumere un ruolo centrale all’interno della vita della persona tali da interferire con il proprio benessere.
Risulta chiaro come queste categorie, lungi dal comprendere solamente sintomi e problemi psicopatologici invalidanti e inquadrabili all’interno di una specifica categoria diagnostica, abbracciano un’ampia gamma di difficoltà e situazioni, che seppur non invalidanti possono inficiare la qualità della vita, e portare comunque la persona a voler intraprendere un percorso di cambiamento attraverso la terapia.
Come potrebbe aiutarti una terapia?
Quello in cui la terapia può aiutarti è non solo individuare il problema che stai portando (in maniera riduttiva “avere una diagnosi”) ma anche e soprattutto capirne il funzionamento, portare alla luce ciò che mantiene in piedi il problema, ciò che stai già facendo per affrontarlo, ciò che fai quando il problema non è presente o è meno intenso e costruire insieme delle soluzioni, delle strategie efficaci a partire da un lavoro di riattivazione delle tue risorse. Allo stesso tempo, può aiutarti a migliorare la qualità della tua vita, a potenziare il tuo benessere, non in senso generale o specifico ma lavorando su situazioni specifiche declinate in altrettanti specifici obiettivi di lavoro (ad esempio, come potenziare la propria autostima/autoefficacia).
Questo è possibile perché alla base di ogni intervento psicologico e psicoterapeutico, ogni persona è considerata come portatrice di risorse e punti di forza di cui spesso non è più consapevole: compito della terapia è anche quello di riportare alla luce queste risorse, di mobilitarle al fine di consentire alla persona di fronteggiare, risolvere e superare situazioni di difficoltà future.
A tal proposito, davvero calzante è una riflessione del grande Milton Erickson, psichiatra e ipnotista di far mondiale, che sosteneva che, molto spesso, le persone perdono di vista le risorse che possiedono e principale scopo del lavoro di terapia è portarle a ricordare che ciò di cui hanno bisogno per affrontare la situazione è già nelle loro mani.
Bibliografia di riferimento:
Ercoli, E., Gigliodoro, L. (2022), Tecniche e strumenti pratici per il lavoro psicologico. Edizioni Edra (Milano)
Hoyt, M.F. (2020), Psicoterapie Brevi, Principi e pratiche. CISU (Roma)