Le Soft Skills: competenze chiave anche per l’Europa
By: dr.ssa Selena Tomei
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Le Soft Skills: competenze chiave anche per l’Europa
La digitalizzazione sta profondamente cambiando il mercato del lavoro, tanto dal punto di vista delle competenze richieste, quanto per la nascita di nuove professionalità. Le imprese, infatti, cercano professionisti che non svolgano semplicemente il compito loro assegnato, ma che lo svolgano meglio di altri: qui entrano in gioco le Soft Skills.
In ambito UE già nel 2008 si evidenziava come le organizzazioni moderne sembravano attribuire sempre più valore alle Soft Skills rispetto al passato, valore quasi equiparato (soprattutto nei processi di selezione del personale) a quello riconosciuto alle Hard Skills. Una ricerca nordamericana condotta nel 2014 tra oltre 2000 aziende ha rilevato che il 77% degli imprenditori ritiene che le Soft Skills sono altrettanto importanti quanto le Hard Skills, mentre un 16% le ritiene più importanti in fase di valutazione di un candidato (l’indagine è stata svolta da CareerBuilder, che è leader globale tra gli head hunter e ha il più ampio sito di ricerca di lavoro negli USA).
A confermare l’importanza che le Soft Skills hanno acquisito nell’aumentare l’occupabilità delle persone, nel 2018 il Consiglio europeo ha pubblicato le nuove raccomandazioni relative alle “competenze chiave” (The European Framework for Key Competencies for Lifelong Learning), cioè a quella combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti ritenuti necessari affinché ogni individuo possa affrontare le sfide della globalizzazione e adattarsi, in modo flessibile, ai cambiamenti in atto, andandole in parte a modificare rispetto al 2006.
Ciò che emerge con chiarezza dal documento è il diritto fondamentale allo sviluppo di queste competenze per ciascun individuo; gli Stati membri, infatti, sono chiamati a sostenere il diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e assicurare a tutti le opportunità di sviluppare le competenze chiave.
Le competenze chiave individuate nel documento sono otto:
- Competenza alfabetica funzionale
- Competenza multilinguistica
- Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria
- Competenza digitale
- Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare
- Competenza in materia di cittadinanza
- Competenza imprenditoriale
- Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali
Salta subito all’occhio come al centro di queste competenze chiave e fondamentali per ciascun individuo ci siano la competenza digitale, che rimane centrale dal 2006 e, appunto, un insieme di abilità soft.
In particolare, focalizzandoci sulla competenza personale e sociale e capacità di imparare ad imparare, essa rimanda specificatamente alla capacità di riflettere su sé stessi, di gestire efficacemente il tempo (time management) e le informazioni (creatività e pensiero laterale), di lavorare con gli altri in maniera costruttiva, di mantenersi resilienti e di gestire il proprio apprendimento e la propria carriera. Comprende, inoltre, la capacità di far fronte all’incertezza e alla complessità (problem solving), di imparare a imparare, di favorire il proprio benessere fisico ed emotivo, di mantenere la salute fisica e mentale, nonché di essere in grado di condurre una vita attenta alla salute e orientata al futuro, di empatizzare e di gestire il conflitto in un contesto favorevole e inclusivo (team working).
Quindi, perchè le Soft Skills sono così importanti per mantenere alto il livello di occupabilità delle persone tanto da essere considerate delle competenze chiave?
Perché rappresentano le capacità di ciascun individuo di interagire efficacemente con l’ambiente sociale e fisico, gestendo informazioni e interpretando dati.
Le Soft Skills rappresentano lo stile lavorativo di una persona (il modo in cui svolge i compiti e il ruolo assegnati), il suo stile personale a prescindere dalle conoscenze e qualifiche che possiede (Hard Skills).